Un vertice sul contrasto al fenomeno dell’intrusione salina nelle falde superficiali si è svolto nella sede di Mestre della Provincia di Venezia, con la partecipazione degli assessori provinciali all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia e all’Agricoltura Lucio Gianni, insieme a dirigenti e tecnici provinciali.
Sono intervenuti all’incontro anche il presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo Antonio Salvan e il dirigente Giuseppe Gasparetto, il funzionario del Consorzio di Bonifica Delta del Po Stefano Tosini, il ricercatore del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) - Istituto di scienze marine (Ismar) Venezia Luigi Tosi, i rappresentanti e i tecnici dello studio Nordest Ingegneria, e il professor Vincenzo Bixio dell’Università di Padova.
Il fenomeno della salinizzazione delle falde superficiali compromette seriamente la produttività agricola delle aree costiere e determina evoluzioni negative degli ecosistemi locali. Negli anni, ciò è stato oggetto di molteplici studi da parte dei diversi enti, tra cui anche la Provincia di Venezia, nell’ambito della ricerca Intrusione salina e subsidenza (Ises), l’Università degli studi di Padova e il Cnr di Venezia.
Gli studi hanno evidenziato che il fenomeno è determinato da varie cause di tipo idrologico, geologico, morfologico; è sensibile alle variazioni di portata dei fiumi, ai livelli idrometrici della rete di bonifica mantenuti dagli impianti idrovori e alle condizioni climatiche. Inducono effetti importanti anche i rilasci di irrigui e la dispersione degli alvei, le condizioni mareografiche che con le portate fluviali, controllano la risalita delle acque marine lungo le foci.
Secondo recenti evidenze sperimentali, il fenomeno è condizionato anche dalla presenza di numerosi “paleo alvei” dei fiumi Adige e Po, che rappresentano per l’elevata permeabilità idraulica, vie preferenziali per il movimento delle acque salate dalle zone lagunari verso l’interno.
«L’incontro – spiega Paolo Dalla Vecchia – si è focalizzato da subito sulle questioni tecniche riferite al tema dell’intrusione salina in falda superficiale nei territori di Chioggia, Cavarzere e Cona, attraverso l’individuazione di sistemi efficaci capaci di evitare che l’acqua salata contamini le falde delle zone costiere. In questo tavolo di lavoro ho potuto accertare con soddisfazione la piena volontà da parte dei vari soggetti coinvolti ad aderire ad un piano d’azione condiviso per contrastare questo grave fenomeno ambientale, e il loro impegno a predisporre e sottoscrivere un documento tecnico amministrativo. L’obiettivo è concorrere a un bando comunitario specifico sul tema, che permetta di accedere al finanziamento europeo Life+2013. Per la Provincia di Venezia l’adesione, sarà confermata e definita con una delibera di Giunta. L’iniziativa promossa potrà essere anche un’ottima occasione per evidenziare come una governance ambientale possa consentire la soluzione integrata di problematiche diverse: agricole, sociali, di difesa idraulica e di tutela della biodiversità».
Sul tema è intervenuto anche l’assessore provinciale Lucio Gianni. «Ho trovato molto interessante – precisa – la proposta di intervenire con sbarramenti di acqua dolce direttamente nelle falde; in varie occasioni, da parte degli agricoltori della zona mi era stato segnalato che nessun intervento di sbarramento, in superficie e sul fiume Brenta, sarà completamente efficace se non si blocca l’intrusione attraverso le falde. Mi auguro che le prove diano il risultato sperato. Ho colto l’occasione, comunque, per puntare l’attenzione anche sull’intervento del ponte che deve essere realizzato come sbarramento alla foce del Brenta, che tanta tensione sta creando tra gli operatori del turismo nautico clodiense, ed ho illustrato proposte e suggerimenti ai tecnici dei Consorzi di Bonifica che li valuteranno attentamente». http://www.provincia.venezia.it