Un documentario naturalistico sulle barriere coralline oceaniche, o su vegetazione e fauna della foresta amazzonica, può essere certamente utile a far crescere l’interesse verso le grandi ricchezze naturali del nostro pianeta. La biodiversità, però, è bene imparare a riconoscerla e tutelarla anche nei propri ambienti di vita e di azione.
La tardiva e inadeguata attuazione di strumenti di pianificazione territoriale, non ha permesso di governare in termini di sostenibilità ambientale la pesantissima azione antropica sulla terraferma veneziana del secolo appena trascorso. Il risultato, è stato il depauperamento di uno straordinario “capitale naturale” che solo in questi ultimi anni comincia ad essere adeguatamente considerato. Un capitale costituito da mare, coste, lagune, fiumi, boschi e fertili terreni di pianura, tutti ricchissimi di fauna e vegetazione.
Tuttavia, l’urbanizzazione speculativa, gli insediamenti industriali e l’agricoltura intensiva hanno lasciato liberi alcuni spazi di naturalità, e da questi si può partire per ricostruire un ambiente urbano a misura d’uomo (sarebbe meglio dire di bambino/a), magari collegandoli tra loro fino a formare delle “reti ecologiche”. Innanzitutto, per rispettare e tutelare, occorre conoscere – meglio se con il proprio nome – gli organismi viventi che assieme a noi condividono il territorio. Il generico termine “albero” con poca fatica può essere sostituto da: “Farnia”, “Leccio”, “Carpino”, “Olmo” e l’insignificante arbusto diventare: “Biancospino”, “Sambuco”, “Sanguinella”, ”Viburno”.
E per osservare una foglia o un frutto magari ci si accorge di un insetto, che avrà un nome, o di un uccello che di quell’insetto si ciba. Ecco che finalmente la biodiversità si trasforma da concetto astratto, utilizzato solo nei giorni che seguono i grandi convegni internazionali, in senso comune e pratica quotidiana. Questa pubblicazione, come le molte altre che l’assessorato alle politiche ambientali della provincia di Venezia sta promuovendo nel territorio, potrà svolgere un’azione di informazione sulla varietà di ambienti poco conosciuti da rispettare e valorizzare. Un suo intelligente utilizzo è già un utile contributo alla formazione di una consapevole coscienza ambientale forse più interessante dell’ecologia patinata di cui saremmo tutti, veramente, un po’ stanchi.
Ezio Da Villa
Carpenedo un ambiente da scoprire - Assessorato alle Politiche ambientali, Provincia di Venezia 2002
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