Oggi venerdì 11 gennaio all’auditorium della Provincia a Mestre si è tenuto il convegno “La laguna di Venezia zona umida di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar. Stato dell’arte dei percorsi di tutela e valorizzazione a confronto con i conflitti, verso un futuro di sviluppo sostenibile”, organizzato dalla Fondazione Sorella Natura - Delegazione Regione Veneto, in collaborazione con la Provincia di Venezia, con l’Accademia internazionale delle scienze ambientali (Iaes), con Supranational Environmental Justice Foundation (Sejf) e con il dottorato di ricerca Economics and Techniques for the Conservation of the Architectural and Environmental Heritage (Etcaeh).
All’incontro sono intervenuti l’assessore all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia su “La laguna di Venezia e la responsabilità condivisa di un territorio fragile e in continua evoluzione” e il vicepresidente provinciale e assessore alla Caccia Mario Dalla Tor su “La laguna di Venezia zona umida di importanza internazionale ai sensi della convenzione di Ramsar: il ruolo dello Stato, della Regione e degli Enti territoriali competenti”. Altri intervenuti al convegno sono stati quelli dell’onorevole Delia Murer, Marco Favaro tecnico ambientale Osservatorio Laguna e Territorio del Comune di Venezia, il professor Cesare De Michelis dell’università di Padova, Valerio Volpe del magistrato alle Acque di Venezia, Giuseppe Cherubini funzionario responsabile del settore Caccia e Pesca della Provincia di Venezia, Giorgio Piazza presidente Coldiretti regionale, Luciano Babbo di Federcaccia Venezia, Antonio Gottardo di Legacoop Pesca Venezia, Antonino Abrami presidente di SEJF.
L’intenzione degli organizzatori è stata quella di “promuovere una riflessione a tutto campo intorno agli scenari che la convenzione di Ramsar potrebbe svelare sul bacino lagunare. Bacino che contribuisce largamente a fare di Venezia uno dei luoghi più interessanti e conflittuali del nostro Paese. Non si può ignorare come proprio la Convenzione di Ramsar abbia superato l’ipotesi di parco lagunare come proposto dalla legge 394, permettendo al contempo una gestione condivisa, che ha portato anche alla realizzazione delle grandi opere di salvaguardia e rifacimento di isole e barene, garantendo comunque - basti vedere i censimenti della Provincia di Venezia - la tutela delle biodiversità lagunari”. «La Laguna di Venezia – dice l’assessore all’Ambiente Paolo Dalla Vecchia - è parte integrante della nostra provincia. Con i suoi 550 km quadrati di estensione costituisce uno degli ecosistemi più delicati. La laguna esprime un valore culturale, ambientale e sociale assolutamente unico. Difendendo la Laguna e la sua naturalità difendiamo pertanto non solo il patrimonio che rappresenta, ma una delle ragioni della nostra qualità di vita, un sistema ecologico indispensabile. La piena funzionalità naturale degli specchi lagunari è un elemento da promuovere in ragione del bene collettivo e delle possibilità che il nostro modello di sviluppo attuale possa essere indirizzato sempre più nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente». Concetto ribadito anche dal collega Mario Dalla Tor, assessore alla Caccia, che chiede di lavorare assieme. «L’urgenza che ritengo più importante per la nostra laguna – sottolinea – è quella di riuscire a creare un coordinatore unico che metta insieme tutti: enti territoriali, associazioni ambientaliste e venatorie, proprietari delle Valli lagunari. Ad oggi non c’è un punto unico di coordinamento, si continua a ragionare per settori. Il Parlamento dovrebbe creare le condizioni affinché tutte queste realtà lavorino insieme Per quanto di competenza della Provincia ci stiamo apprestando ad organizzare il ventunesimo censimento degli uccelli acquatici svernanti, che ogni anno conferma la presenza sempre più numerosa di esemplari di avifauna. Lo scorso anno ne abbiamo registrati più di 400 mila. La laguna veneziana è la prima zona umida d’Italia, tra le prime cinque al mondo. Al suo interno ha una ventina di valli ed è proprio dai proprietari di queste valli che può arrivare un aiuto concreto, magari attraverso una Fondazione, perché sono loro che investono sull’ambiente. In questi anni siamo riusciti come Provincia ad ottenere un significativo salto di qualità perché abbiamo avviato una collaborazione sempre più fattiva con associazioni ambientaliste, venatorie e Comuni. Dobbiamo poi riflettere attentamente sulle scelte che coinvolgono la Laguna: sia di tipo turistico, come la creazione di piste ciclabili, sia di tipo economico, come le licenze di accesso per imbarcazioni o taxi acquei. Dobbiamo ricordarci che ogni scelta intrapresa ha una ricaduta su questo delicato ambiente naturale». http://www.provincia.venezia.it